Il master in Intelligence e ICT dell’Università di Udine ha ospitato il Colonello Paolo Storoni che ha tenuto una lezione sull’evoluzione del pericolo jihadista in Italia.

Il Colonello è attualmente capo dell’Antimafia del Triveneto e vanta una trentennale esperienza nel contrasto alle mafie e al terrorismo. Il pericolo del terrorismo jihadista, spiega Storoni, è ancora presente, anche se negli ultimi 10 anni ha subito un cambio di modello organizzativo. Dalla struttura gerarchizzata tipica di organizzazioni terroristiche come Al Qaida che operavano venti anni, si è passati a strutture formate piccoli gruppi e ancora più spesso da singoli soggetti.

Questa evoluzione, pur rappresentando un arretramento dell’organizzazione jihadista dovuta alle attività repressive degli stati, presenta ancora notevoli pericoli. Infatti i giovani “si radicalizzano sempre più rapidamente” spiega il Colonello e lo possono fare in autonomia sul dark web, rendendo più difficile l’identificazione dei possibili terroristi da parte delle forze dell’ordine.

Non è più sufficiente individuare i gruppi terroristici che cercando di cooptare adepti sul territorio, ma è necessario individuare i soggetti a rischio di radicalizzazione, che spesso sono soggetti immigrati di seconda o terza generazione, che vivono situazione di difficile inserimento sociale. L’allarme è che spesso non manifestano la loro radicalizzazione con esteriorizzazioni evidenti, dissimulando la loro volontà di compiere gesti terroristici.

Per questa ragione “il nocciolo della lotta al terrorismo non è la repressione ma è la prevenzione” spiega il Colonello, anche se rassicura le forze dell’ordine italiane hanno sviluppato un forte livelli di efficienza, in particolare nell’ambito dell’intelligence, che permesso di evitare fatti sanguinosi sul nostro territorio. Molto importante per questo obbiettivo si è rivelato lo strumento dell’espulsione per ragioni di sicurezza nazionale che ha permesso di evitare molti pericoli al nostro paese. Infine il Colonello Storoni si è confrontato con gli studenti, rispondendo alle domande e instaurando un dialogo sul tema della prevenzione del terrorismo e della criminalità in Italia, in particolare sugli strumenti necessari per difendere la sicurezza e la legalità.